Cucine da incubo: riconoscere un buon ristorante

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La cultura enogastronomica in Italia ha sempre fatto parte del bagaglio culturale e storico del belpaese ma mai come adesso mangiare e bere bene equivalgono a vivere esperienze di intrattenimento e ludiche.

Nel 2017 è quindi ormai nota la fobia delle cucine da incubo, per dirla con un’espressione presa in prestito dal noto programma televiso di cucina reso celebre da chef come Ramsay e Cannavacciuolo. Il cliente medio è sempre più esigente, è attento alla qualità della materia prima, alla provenienza dei cibi, alla presentazione e all’atmosfera generale del locale. Prima di scegliere il locale, il nostro gastronauta analizza con cura il sito del ristorante, controlla le foto dei piatti, lo stato degli arredi del locale, le recensioni degli utenti e il livello di giudizio medio.

Ma cosa fa di un ristorante un “buon ristorante” nel 2017? Ecco gli aspetti che dovreste tenere in considerazione, secondo quanto asserito da esperti di settore (chef e critici gastronomici):

  1. Semplicità. E’ il nuovo mantra del mondo della ristorazione. Semplicità significa arredi minimali, ambiente sgombro da inutili cianfrusaglie, via i soprammobili prendipolvere. Semplicità è anche manutenzione e valorizzazione dello stile prescelto, senza l’aggiunta di inutili fronzoli: utilizzate stoviglie e utensili essenziali, magari presi in prestito dalla credenza della nonna.
  2. Menù comprensibili. Spesso ci si trova di fronte a menù che hanno più che altro l’aspetto di geroglifici e ideogrammi incomprensibili: da un lato per la scelta grafica e di impaginazione, dall’altro per l’imperdonabile errore di utilizzare appellativi di fantasia per le portate senza minima spiegazione del contenuto delle stesse. Questo punto ci porta dritti dritti al numero 3.
  3. I camerieri conoscono il menù. Quante volte vi sarà capitato di trovarvi di fronte a camerieri che non fossero a conoscenza dei piatti che stavano servendo? Accoglienza, cordialità, competenza: sono i requisiti minimi per garantire un servizio degno di questo nome. Chi ha scelto di cenare in un locale dovrebbe poter essere informato sul contenuto delle pietanze che si accinge a consumare.
  4. Fatto in casa. Quando andate al ristorante vi aspettate come minimo delle pietanze che mostrano un certo affetto per il cibo, delle preparazioni fresche e realizzate al momento, ingredienti lavorati con cura. Avete ragione, boicottate i cibi pronti, quelli potete trovarli al supermercato sotto casa.
  5. Cucina a vista. Credenza popolare o reale elemento di valutazione, se un ristorante mette in bella mostra gli arredi della sua cucina , i cuochi ai fornelli e la linea di lavoro, significa in genere che l’orientamento prescelto è quello della trasparenza: onestà nel mostrarvi come lavorano, cosa utilizzano e come ti servono i piatti. Meglio di niente.
  6. Piccola cantina. Non è più possibile tollerare un locale sprovvisto di una discreta scelta di vini e birre. L’aggettivo “discreta” è perfetto poiché qualifica un ampio ventaglio di scelte oppure una selezione accurata di pochi buoni prodotti. O entrambi, meglio ancora.
  7. Il dessert ha il suo ruolo. Diffidate di chi continua a proporre la panna cotta in tutte le salse (non è una metafora) e il tartufo nero. Erano gli anni ’80 e i sensi dei clienti potevano accontentarsi. Oggi abbiamo bisogno di una carta dei dolci degna di questo nome, di proposte rivoluzionarie, colorate e audaci. E di scelta ovviamente.
  8. Si meritano il coperto? Si tratta di uno dei costi più odiati dalla clientela media. Andrebbe eliminato, i ristoranti ne beneficerebbero in riconoscenza, stima e… una buona mancia, ovviamente se meritata.
  9. Musica e personalità. Avete ancora bisogno di un sottofondo anonimo e noioso mentre consumate i vostri pasti? Al bando la musica chill, lounge, ambient. Mangiare al ristorante è un momento di relax e distensione, ma è anche un momento per apprezzare una buona scelta musicale e una playlist che rifletta la personalità del luogo e strizzi un occhio al cliente medio. Più personalità all’atmosfera.

Noi ci fermiamo qui, riteniamo che abbiate già elementi sufficienti per qualificare un ristorante di buon livello o meno. Se volete essere ancora più selettivi soprattutto sul cibo, ecco cosa ne pensa il noto chef Anthony Bourdain sui cibi da evitare assolutamente al ristorante (. Speriamo non abbia ragione.